Un libro sulla Sicilia Liberty

Cosa si cela dietro l’affermazione di uno stile architettonico che permea di sé ogni espressione artistica, ivi compreso l’artigianato di alto livello? Nel caso del liberty in Sicilia il sussulto d’orgoglio di una classe borghese che intende far propria la fruizione del bello, una volta riservata a pochi eletti

E.Rizzo & Maria Cristina Sirchia: Sicilia Liberty, Dario Flaccovio, Palermo, 2007 (Seconda edizione riveduta e ampliata), pp. 248, € 65,00

Il Liberty in Sicilia segnò in maniera determinante la via italiana al liberty nell’architettura e nelle arti minori (ebanisteria, vetro, ferro battuto ecc.). L’affermazione è di Paolo Portoghesi che ha arricchito il volume con una prefazione da par suo.

Quella che presentiamo è la seconda edizione, arricchita, del volume la cui prima stesura era apparsa, sempre per Flaccovio, una ventina d’anni fa. Tuttavia il libro regge bene al tempo e l’arricchimento ulteriore di cui gli autori lo hanno adesso dotato si manifesta soprattutto nell’ampliamento delle citazioni e della bibliografia oltre che nella documentazione iconografica che raggiunge adesso (tavole nel testo escluse) la bellezza di oltre 430 immagini e scusate se è poco.

Una preziosissima guida con l’ausilio della quale bisognerebbe percorrere in lungo e in largo la Sicilia alla ricerca di quelle vestigia che l’hanno resa famosa “anche” per il Liberty.

Basterebbe questo aspetto a farne un volume appetibilissimo oltre che insostituibile per chi voglia affrontare degnamente l’argomento in Sicilia e grazie alla Sicilia.

Un libro sul Liberty in Sicilia dovrebbe rispondere alla fondamentale domanda sul perché dell’affermazione di una manifestazione artitistica sostanzialmente d’importazione.

In linea generale il liberty rappresentò il trasferimento nell’ambiente quotidiano di quell’ideale di bellezza che prima era privilegio di pochi.

In Sicilia, inviso per lo più ai nobili e alla borghesia “alta”, il Liberty si affermò come sinonimo di progresso fra la borghesia abbiente e soprattutto dove più fiorivano i commerci e le esportazioni lungo le coste (stroncate, le esportazioni, inesorabilmente, assieme al progresso, dalla prima e dalla seconda guerra mondiale: non si può esportare quando le vie di comunicazione, in nave soprattutto, colano a picco).

Altro particolare in qualche modo rilevante è che in Sicilia il Liberty prosegue ben oltre la data comunemente accettata per il suo declino, e cioè oltre il 1920.

E’ un libro imponente e meticoloso allo stesso tempo, che concentra tutta la trattazione scientifica nelle prime 72 (delle 248), lasciando spazio alla splendida documentazione fotografica che ne fa la ricchezza in assoluto.

Certo se il Liberty si è affermato in Sicilia, vuol dire che, stando all’assunto dei due autori, era piena di progressisti (almeno allora). Ma questo è un altro discorso.

Mentre, tornando al libro, si può affermare che l’intento degli autori, di dar conto del fenomeno Liberty in Sicilia, è stato pienamente raggiunto anzi ampiamente superato.

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