Quanto si paga per Airbnb?

Quanto si paga per Airbnb?

I costi del servizio di Airbnb, addebitati ad un Host, sono molto competitivi. Su questo portale non vengono fatti pagare ai proprietari, ad esempio, eventuali importi per l’elaborazione dei pagamenti. In questo modo, gli host sono favoriti perché possono trattenere una parte maggiore dei loro guadagni, e avere una maggior soddisfazione dell’affitto della loro proprietà, qualunque essa sia.

Generalmente su Airbnb il pagamento attribuiti agli Host, su Airbnb è pari al 3% del subtotale della prenotazione, ovvero al prezzo medio per notte, più eventuali costi facoltativi addebitati agli ospiti, come le spese di pulizia, e non include i costi diretti di Airbnb e le tasse. Nel caso voi siate invece ospiti, la percentuale di costi a voi attribuiti sarà pari a circa il 14% del subtotale della prenotazione.

Airbnb fà affidamento infatti su questi costi, per assicurare il perfetto funzionamento della piattaforma stessa e per coprire i costi dei prodotti e dei servizi, che aiutano gli affittuari a condividere nel migliore dei modi lo spazio offerto. Questi servizi, molto importanti, sono l’assistenza clienti 24 ore su 24, eventuali iniziative di marketing rivolte agli ospiti. 

Airbnb si rivolge a varie piattaforme social, per promuovere le proprie iniziative e le offerte varie, durante tutto l’anno, inoltre si cura della protezione degli host e degli l’alloggio, e non meno importanti, fornisce risorse per la corretta formazione degli host, affinché siano in grado, anche da soli, di far fronte ad alcune difficoltà nella gestione dell’affitto.

Che differenza c’è tra Airbnb e Booking? 

Sia Booking che Airbnb, sono piattaforme che mettono in contatto il viaggiatore con una struttura in locazione, ma se esistono molti punti in comune, esistono, al tempo stesso, differenze importanti, prima fra tutte la commissione dovuta dall’host alla piattaforma.

Airbnb, relativamente a Booking è più economico in fatto di commissioni richieste agli host, in quanto trattiene indicativamente solo il 3% per ogni prenotazione. La commissione dovuta a Booking è molto più alta di quella di Airbnb, in quanto è fissa ed è compresa tra il 10% e il 25% sul prezzo di vendita del soggiorno, variabile a seconda anche del tipo di struttura e della località.

Un altro aspetto a tutela dei proprietari ad esempio è quello che anche gli host su Airbnb, possono scrivere recensioni relativamente ai propri ospiti, mentre su Booking questo non è possibile. Inoltre Airbnb offre meno visibilità, ma questo è giustificato dal fatto che privilegia b&b e case vacanze, piuttosto che hotel come invece succede per Booking, e inoltre non collabora i motori di ricerca, in maniera diretta, fattore che gli permette anche di chiedere commissioni in una percentuale minore.

Anche Booking, come Airbnb, inoltre, trattiene una commissione soltanto nel caso in cui il canone di affitto venga effettivamente incassato, quindi se il cliente procede con il pagamento, e l’accreditamento al proprietario avviene dopo pochi giorni. In caso contrario, non sarà necessario trattenere nulla. Su Airbnb, la piattaforma accredita in brevissimo tempo il pagamento, meno la commissione che trattiene. Inoltre i pagamenti sono più semplici e c’è una maggior attenzione verso l’host, che quindi gode di maggior tutela

Quanto è sicuro Airbnb?

La sicurezza per un portale come Airbnb è un fattore molto importante, infatti , come molti siti in cui si può affittare casa tra privati, anche Airbnb tutela il turista da frodi e truffe pagando l’host dopo 24/48 ore dall’arrivo del cliente, per cui, se non trovi l’alloggio, perché non esiste o non è conforme all’offerta, sappi che puoi segnalarlo subito e bloccare il pagamento. Attenzione però, questi lo puoi fare solo se hai prenotato attraverso la piattaforma.

E’ sempre comunque giusto e opportuno, mettere in atto accorgimenti a propria tutela come ad esempio quello di non pagare mai l’affitto della struttura con bonifico. Se vi viene proposto, non inviate mai una caparra: è contrario ai termini del servizio di Airbnb. Pagate esclusivamente attraverso il sito, che in nessun caso prevede il bonifico come strumento di pagamento e non richiede nessuna caparra anticipata per la vostra prenotazione. 

Airbnb, come altri operatori del resto, trattiene l’intera somma dovuta dalla vostra carta di credito, e la inoltra solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in all’host, fornendovi il tempo necessario per entrare in casa, e verificare che tutto sia corrispondente all’offerta, nel caso contrario potrete bloccare immediatamente il pagamento del servizio.

Inoltre Airbnb suggerisce sempre di non effettuare mai comunicazioni fuori dal sito, qualsiasi esse siano, perché spesso chi lo chiede, avanza poi richieste illegali di una caparra o di un bonifico. Inoltre facendolo, non sarete più tutelati dalle garanzie della piattaforma, mentre rimanendo nella chat dell’applicazione, oltre alla tutela, potrete segnalare sempre e in qualsiasi momento, al servizio clienti, comportamenti sospetti.

Cosa comunica Airbnb all’agenzia delle entrate?

Nuovi obblighi per gli affitti brevi a partire dal 2023. Dal prossimo anno, sarà infatti in vigore l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate, anche l’anno di locazione e i dati catastali dell’appartamento, e non solo, come succede ora,  i soli dati del locatore, la durata del contratto, l’indirizzo dell’appartamento, e l’importo lordo del corrispettivo. La comunicazione deve essere effettuata tramite i servizi telematici dell’Amministrazione finanziaria entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di stipula del contratto. 

L’obbligo interesserà anche i contratti di locazione sottoscritti con l’intervento di intermediari immobiliari o di coloro che gestiscono portali telematici, allo scopo di mettere in contatto chi cerca un’abitazione per un breve periodo e chi la mette in affitto.

Nello specifico il riferimento è ai contratti di affitto non superiori a 30 giorni relativi a immobili a uso abitativo, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, anche se includono la fornitura di biancheria e la pulizia della casa. A questi, sono equiparati anche i contratti di sublocazione e concessione in godimento a terzi, a titolo oneroso, purché siano stipulati da persone fisiche, direttamente, o tramite intermediari immobiliari.

Coloro che operano in qualità di sostituti d’imposta e quindi applicano la ritenuta del 21% sui canoni di locazione e i corrispettivi, dovranno espletare tale nuovo obbligo tramite la Certificazione Unica. Tutti gli altri, invece, dovranno effettuare le debite comunicazioni attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di firma e stipula del contratto.

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