Quanto si paga la tassa di successione?

Quanto si paga la tassa di successione?

La successione è quella procedura giuridica che prevede il trasferimento del patrimonio ereditario, dalla persona defunta agli eredi. La giurisprudenza intende per patrimonio ereditario, l’insieme dei rapporti patrimoniali, attivi ma anche passivi, trasmissibili al momento della morte. La dichiarazione di successione è un adempimento a carico degli eredi, dei chiamati all’eredità, dei legatari, attraverso la quale avviene il trasferimento delle attività e delle passività di cui era titolare in vita, la persona defunta.

L’imposta di successione viene liquidata dopo la presentazione della dichiarazione di successione, ed è un’imposta determinata dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, che applica aliquote diverse a seconda del grado di parentela dell’erede. E anche importante ricordare che dal 1° gennaio 2019, la dichiarazione di successione è telematica, deve essere presentata attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate

Sono in vigore le seguenti aliquote:

  • 4%, per il coniuge e i parenti in linea retta (figli, genitori, nipoti …)
  • 6%, per fratelli e sorelle
  • 6%, da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per gli altri parenti fino al quarto grado
  • 8%, senza alcuna riduzione della base imponibile, per le altre persone.

Se a beneficiare dell’eredità, e quindi del trasferimento del capitale, è una persona portatrice di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge n. 104 del 1992, l’imposta si applica sulla parte del valore della quota eccedente la franchigia di 1.500.000 euro, questo indipendentemente dal grado di parentela intercorrente tra il disponente ed il beneficiario. 

Alcune cose da sapere in merito alle franchigie sono:

  • Le franchigie, comunque, non si possono mai cumulare tra loro
  • Le franchigie si applicano in capo a ciascun beneficiario.
  • La franchigia verrà aggiornata ogni quattro anni, in base all’indice del costo della vita.

Chi deve pagare la tassa di successione?

L’imposta di successione è una quota che andra’ versata da parte degli eredi e di tutti coloro che ricevono anche solo un bene o un diritto per testamento o per legge, obbligatoriamente allo Stato Italiano, in base alla propria quota di eredità.

I rappresentanti legali degli eredi o dei legatari, gli immessi nel possesso dei beni in caso di assenza del defunto o di dichiarazione di morte presunta, gli amministratori dell’eredità, i curatori delle eredità giacenti, gli esecutori testamentari, sono altresì tenuti alla sua presentazione.

Deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, da uno dei soggetti obbligati, all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, nella cui circoscrizione era residente il defunto. Non esiste un modo per evitare di pagare la tassa di successione. L’unico sistema plausibile, infatti, comporterebbe il rifiuto all’eredità, soprattutto se è costituita più da debiti che da crediti.

Si può aggirare la dichiarazione di successione e le conseguenti pratiche burocratiche se il defunto si era già spogliato dei suoi beni mediante degli atti di donazione compiuti quando era ancora in vita.

Lo Stato, tuttavia, al fine di evitare che dietro alle donazioni si possa nascondere l’intento di eludere le imposte di donazione, ha disposto che le stesse funzionino nello stesso modo. Aliquote, franchigie e adempimenti, infatti, sono gli stessi per entrambi i casi. Inoltre, sia nel caso di donazione che di successione, bisogna versare l’imposta catastale e di registro per quanto attiene ai passaggi di proprietà degli immobili.

Può però succedere anche che uno degli eredi rifiuta di pagare. In questo caso l’Agenzia delle Entrate può rivolgersi ad uno solo per la richiesta di pagamento della restante parte. Questa condizione si fonda sul principio di solidarietà che vige in occasioni simili. In pratica, vale la classica regola: “Uno paga per tutti”.

Chi non paga la tassa di successione?

L’imposta sulle successioni è un’imposta che colpisce il trasferimento della proprietà e di altri diritti, su beni mobili e immobili, a seguito della morte del titolare. L’insieme di tali beni, ad eccezione di quelli esclusi, costituisce l’attivo ereditario, cioè il patrimonio ereditato.

Non tutti i soggetti però sono chiamati a pagare questa tassa. L’Agenzia delle Entrate dichiara che: “risultano esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione, i chiamati all’eredità ed i legatari che abbiano rinunciato all’eredità o al legato anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione.” 

Sono anche esonerati dal pagamento i soggetti, quali eredi diretti, rappresentanti legali o soggetti coinvolti, che non sono in possesso dei beni ereditati, e che hanno nominato un curatore per l’eredità.

Inoltre, l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione non sussiste quando:

  • quando l’eredità sia devoluta al coniuge ed ai parenti in linea retta del defunto
  • quando l’eredità non comprenda beni immobili o diritti reali immobiliari
  • quando l’eredità ha un valore non superiore a 100.000 euro

Importante sapere in aggiunta, che, solo se ricorrono contemporaneamente queste tre condizioni, e solo così, decade l’obbligo di presentare all’Agenzia delle Entrate il pagamento.

Come si calcola la tassa di successione sugli immobili?

Chi riceve in eredità beni immobili, deve presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione, entro 12 mesi dall’apertura della successione, e pagare, se dovuta, l’imposta di successione, oltre che l’imposta ipotecaria e catastale

L’imposta di successione, viene calcolata d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate, la quale, una volta ricevuta la dichiarazione di successione, verifica i dati e si occupa appunto del calcolo dell’imposta. Una comunicazione con l’importo da pagare verrà poi inviata al domicilio dell’erede. L’imposta si calcola prendendo la rendita catastale, aumentata del 5% e moltiplicata per i seguenti coefficienti:

  • 110 se si tratta di prima casa
  • 120 se si tratta di immobile di categoria catastale A e C 
  • 140 se si tratta di immobile di categoria catastale B
  • 60 se si tratta di immobile di categoria catastale A/10 e D
  • 40,8 se si tratta di immobili di categoria catastale C/1 ed E

Se invece si riceve in eredità un terreno non edificabile, quindi agricolo, si prende il reddito dominicale già rivalutato del 25 % e lo si moltiplica per 90.

In questo modo si ottiene la base imponibile, su cui poi andrà applicata l’aliquota dell’imposta di successione.

L’imposta catastale è pari al 2% del valore della casa (o terreno) mentre l’imposta ipotecaria è pari all’1%, con importo minimo di 200 euro per ogni imposta. Quindi, anche se dal calcolo risulta di meno, occorre comunque pagare 400 euro.

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