Uova: molto più di un “salva-cena”

Con un po’ di fantasia un solo ingrediente “con guscio” può avere molte declinazioni

Un protagonista in cucina

Siamo abituati a pensare alle uova come a quella presenza un po’ triste che occhieggia dallo sportello del frigorifero, che spesso acquistiamo senza che ancora abbia una destinazione d’uso precisa ma che ci piace “avere lì” sempre a disposizione per ogni evenienza; per esempio quando non abbiamo avuto tempo di fare la spesa o vogliamo prepararci qualcosa di veloce senza spignattare troppo ai fornelli.

Certo, con un po’ di buona volontà, la giusta dose di tempo e olio di gomito quanto basta, questo ingrediente “scontato” può trasformarsi in qualcosa di straordinario: non solo pasta fresca, dolci, creme e salse degne di un ristorante gourmet, bensì anche piatti di tutto rispetto che lo vedono come componente protagonista: dalle omelette alle frittate, passando per le scrambled eggs all’inglese. Ma perché sottovalutare le più modeste ma deliziose uova in camicia (o poché), le succulente uova fritte (o “all’occhio di bue”) e soprattutto le versatilissime uova sode?

 

Semplicità da non sottovalutare

 

Come si legge in questo interessante articolo pubblicato su edenroma.it, le uova un sé in tutte le loro versioni e forme non sono solo qualcosa da portare in tavola quando non si ha altro nel frigorifero, ma anche una voce di tutto rispetto nei menu delle cucine stellate. Infatti sono sempre più numerosi gli chef che scelgono di “giocare” con questo ingrediente, trasformandone le consistenze, separando e trattando in maniera diversa tuorlo e albume o semplicemente imitandone e riproducendone l’aspetto in piatti che le uova non le hanno neppure viste, utilizzando ingredienti che con questo concentrato di proteine di origine animale non hanno nulla a che fare.

 

Questione di mode

 

Ovviamente, proprio come avviene nell’ambito dello styling, dominato dal fenomeno del cosiddetto “drop-down” (letteralmente “gocciolamento verso il basso”), anche l’ambito alimentare vede nell’imitazione del “basso” nei confronti dell’“alto” il motore trainante degli stili dietetici e dei trend gustativi. Ecco allora che anche l’uovo, come molti altri ingredienti, è uscito dalle cucine più prestigiose, per farsi popolare e democratico ed essere rilanciato in contesti accessibili a chiunque, spesso grazie ad abbinamenti accattivanti come quello con l’avocado, che come si legge in questo articolo pubblicato su www.marieclaire.it è uno degli abbinamenti più amati degli ultimi anni e un fattore determinante nella diffusione degli ormai inflazionatissimi avocado toast sempre presenti nel cosiddetto branch (crasi tra la parola  breakfast, ovvero colazione, e lunch, cioè pranzo), ovvero quel pasto che si consuma tra la tarda mattinata e l’ora del pranzo (tra le 11 e le 13) soprattutto come “rituale” della domenica.

 

Sopra, dentro o come contenitore

 

Se fuori casa l’uovo viene imbellettato in forme accattivanti o con abbinamenti “ruffiani”, tra le mura domestiche, è comunque possibile applicare un po’ di inventiva e rendere speciale e sempre “diverso” anche un semplice uovo sodo. Qualche esempio? Se raffreddato, sgusciato e inserito intero in un polpettone di carne può trasformarsi in un’inattesa sorpresa al momento del taglio, mentre il tuorlo sodo sbriciolato può creare un piacevole effetto “mimosa” sulle preparazioni salate. Infine, volendo attingere da una modalità di servizio molto in voga tra gli anni 80 e 90, le uova divise a metà per il senso della lunghezza e private del tuorlo possono diventare veri e propri contenitori per accogliere farciture a base di spume e creme salate.

 

 

 

 

 

 

 

 

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