Rivestire le pareti: il mosaico digitale

Rivestire le pareti: il mosaico digitale

Da un’immagine stampata su tessere e poi ricomposta come in un puzzle nasce la reinterpretazione moderna di una tecnica antica. Che offre ad artisti e progettisti in finite potenzialità espressive. Su ogni tipo di superficie. Fino a oggi l’arte del mosaico era rimasta immobile, immutata rispetto al passato: l’artista eseguiva il disegno direttamente su pavimenti e pareti e poi tagliava manualmente le tessere da applicare. Questa antica tecnica è stata ora reinterpretata in chiave moderna. Con gli strumenti messi a disposizione dalle ultime tecnologie, Salvatore Pepe e Mario Coniglio hanno rivoluzionato il modo di fare mosaico, fondando nel 2008 Ia Pepe&Con, azienda con sede produttiva a Gravina di Puglia, Bari, che ha sviluppato il progetto Mosaico Digitale.

mosaico Pepe&Con

La nuova tecnica può essere definita come una combinazione di quattro importanti fattori: il cromatismo, risultato dall’unione di tecniche pittoriche e fotografiche; il taglio dell’opera in tessere personalizzabili; l’interattività, intesa come scambio di informazioni e ispirazioni creative; la fisicità, che esprime il rapporto tra la dimensione e l’idea creativa. Molto stimolante, il Mosaico Digitale offre ad architetti e artisti grandi potenzialità, perché consente di lavorare con una flessibilità totale. La sua realizzazione avviene partendo dall’elaborazione di un’immagine in digitale che viene scomposta e impressa su tessere in resina per poi essere ricomposta, proprio come in un grande puzzle. Montate su rete, le tessere vanno a formare delle piastrelle numerate in base al disegno, che possono cosi essere facilmente assemblate e messe in opera.

Rispetto ai mosaici in vetro, le resine hanno il grande vantaggio di adattarsi perfettamente ai diversi supporti su cui vengono posate, anche in superfici curve e d’angolo. Possono essere utilizzate per realizzare rivestimenti personalizzati sia dal punto di vista del soggetto scelto, sia della dimensione e della forma della parete a cui sono destinate, perché hanno lo spessore di soli 2-3 millimetri. Inoltre, le tessere possono essere arricchite con altri elementi come Swarovski, oro, caffe, pietre decorative e minerali, offrendo ai progettisti molti modi differenti per esprimere la loro creativita.

La filosofia dell’opera unica, indissolubilmente legata al contesto, ha portato alla naturale evoluzione di Mosaico Digitale in Mosaico d’autore, come libera interpretazione di artisti e designer per proposte diverse che vanno dalle abitazioni ai ristoranti, e dagli hotel fino all’arredo urbano. L’artista crea la sua opera pensando al mosaico e giocando con la scomposizione dell’immagine in tessere per esaltarne i contenuti. Quindi la firma per attestane l’autenticità e certificare la propria creazione, unica e irrepetibile. Molte realizzazioni di Mosaico d’autore portano la firma di affermati progettisti, che hanno apprezzato la versatilità di questa tecnica e le infinite possibilità di personalizzazione che offre, oltre alle qualità della resina, materiale attuale, moderno e piacevole al tatto.

Eataly a New York

Franco Costa, fondatore e presidente di Costa Group, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di bar, ristoranti, hotel, pizzerie e panetterie, in collaborazione con Mosaico Digitale ha arredato le zone food del centro enogastronomico Eataly a New York. Giampaolo Cammarata, curatore della ristrutturazione di inParadiso Gallery a Venezia, insieme all’artista Paolo Fraternali ha rivestito le sale da bagno con il progetto Franklin’s Tower.

Maurizio Favetta, dello Studio Kingsize, e particolarmente interessato alle potenzialità applicative di questo mosaico e lo ha già utilizzato in numerosi suoi progetti. Mosaico Digitale e anche interpretato dallo studio 5+ lAA di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo all’interno della progettazione del Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia.

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